Il risparmio costituisce l’unico vero modo di guadagnare soldi in modo veramente sicuro. Per centrare l’obiettivo di risparmio bisogna agire su diversi ambiti, creandosi una vera e propria spending review che sappia sintetizzare le reali esigenze personali o familiari, con quelli che sono i costi sostenuti in relazione alla qualità dei servizi proposti. La prima cosa da fare è procedere con una vera e propria “organizzazione del risparmio”, procedendo per fasi.
Fase uno: gli ambiti sui quali agire
Ci sono alcune spese sulle quali viene naturale concentrare la propria attenzione per risparmiare, come ad esempio le assicurazioni rc auto, il conto corrente, ecc. Tuttavia ci sono anche altre voci di costo che, nonostante vengano date per scontate, in realtà, incidono notevolmente, dato che comportano dei costi che vanno sostenuti mensilmente.
Si tratta delle utenze (come luce, gas o telefono), oltre che una delle voci di spesa che hanno subito i maggiori rincari negli ultimi anni e cioè la bolletta dell’acqua. In questi ambiti, anche se l’importo non sembra molto elevato, molto spesso si ha la possibilità di ridurre i costi da un minimo del 20% fino anche ad un buon 50%
Fase due: individuare gli sprechi e razionalizzare gli usi
L’uso che va fatto delle utenze deve riuscire ad armonizzare le reali necessità con dei costi sostenibili. Spesso, se si pone un minimo di attenzione al tipo di impiego ci si rende conto che una parte, più o meno nutrita di utilizzo, va incontro a degli sprechi. Una volta compreso questo, basta razionalizzare l’uso, e nel giro di pochissimo tempo si incarnerà un nuovo stile di impiego, del quale trarrà giovamento il proprio portafogli.
Fase tre: sfruttare in modo intelligente le vere promozioni, evitando le “false promesse”
La concorrenza, ed in parte le liberalizzazioni, hanno da subito favorito il lancio di ‘promozioni’, anche se queste, non sempre, rappresentano un buon affare. Basta però mette in pratica qualche piccolo consiglio, e fare attenzione ad alcuni dettagli, per riuscire a crearsi un tipo di offerta quasi su misura, individuando i punti di forza e di debolezza delle varie proposte, sfuggendo nel contempo a quelle clausole che possono invece portare alla peggiore scelta.
Fase quattro: imparare ad utilizzare i comparatori online
Se si impara ad utilizzare al meglio i comparatori (siti online che permettono di trovare velocemente le migliori offerte presenti in un determinato periodo), diventa più facile mantenersi costantemente aggiornati sulle migliori proposte che offre il mercato, potendo così usufruire della massima libertà possibile nella gestione dei costi e nell’uso stesso dei servizi acquistati.
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Il primo ostacolo che si presenta agli occhi di tutti coloro che sono alla ricerca del primo impiego è quello di come scrivere un buon curriculum. Quante volte hai cercato aiuto da amici, parenti o anche su internet per trovare consigli sulla stesura di un curriculum? Bene noi di Qui Lavoro, quest’oggi vogliamo cercare di dare una soluzione a questo problema, spiegandoti passo per passo quali sono gli accorgimenti da adottare, in fase di stesura del documento, per migliorare il tuo profilo e valorizzare le tue competenze in modo da avvicinarsi a quello che può essere un curriculum perfetto.
Come già sai il CV è un biglietto da visita molto utile per attirare l’attenzione del potenziale datore di lavoro e convincerlo che sei la persona giusta che l’azienda sta realmente cercando. Questo significa dunque che è sempre buona norma modificare il curriculum e adattarlo alle diverse esigenze e ai diversi interlocutori con i quali andrai a interfacciarti. Inoltre è consigliabile accompagnare il curriculum vitae con una lettera di presentazione, dove dovranno essere inserite le motivazioni che ti hanno spinto a candidarti proprio per quella posizione in quella azienda e non in un’altra.
Ma passiamo adesso a parlare di come e cosa scrivere nel curriculum. Dal punto di vista formale sicuramente i consigli sono:
scrivere in prima persona
utilizzare un linguaggio chiaro e semplice, privo di errori ortografici. A tal proposito il consiglio è sempre quello di leggere più volte il curriculum e, se possibile, farlo leggere anche ad altre persone
essere brevi ed evitare di superare le due pagine di lunghezza complessiva (ad eccezione del CV Europeo), perchè spesso i recrutatori sono sommersi di valanghe di richieste e non hanno nè la voglia, nè il tempo di leggere tutto il curriculum di tutti i candidati
essere originali ed evitare di utilizzare frasi fatte o copiate da modelli prestampati. Questo comportamente può dare infatti l’impressione che tu non sia in grado di parlare della tua esperienza o delle tue competenze
essere efficaci: devi riuscire a dare una immagine brillante di te, senza dilungarti troppo in discorsi inutili, ma arrivando al sodo con poche parole
fare attenzione all’impaginazione: anche l’occhio vuole la sua parte, quindi un documento ben formattato sarà sicuramente più facile e piacevole da leggere. Un suggerimento potrebbe essere quello di ricorrere all’utilizzo di elenchi puntati e del grassetto per esporre le informazioni, oppure utilizzare un font di dimensioni maggiori per scrivere i titoli delle varie sezioni.
Essere esaustivi: il curriculum deve contenere tutte le principali informazioni richieste.
Ma quali sono queste informazioni che devono necessariamente essere presenti nel tuo curriculum vitae e soprattutto come organizzarle? Innanzitutto è bene suddividere tutte le informazioni in 4 diverse sezioni:
Dati anagrafici: il tuo nome, cognome, data di nascita, nazionalità, indirizzo, telefono, indirizzo e-mail. In questa sezione è consigliabile inserire anche una tua foto, prestando particolare attenzione nella scelta: è assolutamente sconsigliato inserire foto in costume da bagno o simili, ma scegli sempre una immagine di buona qualità e adatta a dare una idea di professionalità (senza esagerare, nessuno ti chiede di fare una foto in giacca e cravatta soltanto per inserirla nel curriculum!).
Istruzione e formazione: gli studi compiuti, i titoli conseguiti e gli istituti frequentati. Partendo dall’esperienza più recente fino al diploma di scuola superiore. E’ sempre buona norma indicare il voto di laurea, l’anno di conseguimento della laurea e l’università frequentata. Il voto può essere indicato anche per quanto riguarda la maturità, ma solo se si tratta di un voto positivo.
Esperienze lavorative: per ogni lavoro occorre scrivere l’intervallo di tempo durante il quale si è svolta l’esperienza di lavoro (dal – al), i dati e le informazioni relative al datore di lavoro e all’azienda (nome, indirizzo e tipo di impresa) e la posizione lavorativa occupata, descrivendo nel dettaglio le responsabilità e le mansioni svolte. In alcuni casi può essere utile scrivere anche il tipo di contratto stipulato (stage, contratto part time, full time…). Nell’elencare le esperienze lavorative è sempre buona norma partire dalla più recente ed andare a ritroso nel tempo: l’attuale occupazione è importante, ma anche le precedenti hanno contribuito a formare la tua persona, perciò devono essere comunque descritte in dettaglio. Se non hai esperienze professionali non ti preoccupare, ma cerca comunque di far capire a chi legge che non hai perso del tempo fino ad oggi, ma che stai coltivando altri interessi, che stai studiando o qualunque altra informazione utile allo scopo.
Capacità e competenze personali. In questa sezione dovrai inserire tutte le conoscenze linguistiche, informatiche ed artistiche in tuo possesso, ma anche quelle che sono le tue capacità e competenze organizzative, sociali e relazionali.
Per quanto riguarda le tue conoscenze linguistiche dovrai indicare per ciascuna lingua il livello di padronanza relativamente a capacità orali, di comprensione e di scrittura del testo. Si tratta di una autovalutazione delle tue capacità da effettuare sulla base delle indicazioni definite nel Quadro Comune Europeo di Riferimento messo a punto dal Consiglio d’Europa: la griglia di autovalutazione individua sei diversi livelli di competenza linguistica (A1/A2, B1/B2, C1/C2), ripartiti in tre più ampi livelli, il livello elementare (A), quello intermedio (B) e quello avanzato (C). Inutile ricordarti di non mentire sulla autovalutazione perchè potresti essere smascherato in tempi molto brevi. Ovviamente, se sei in possesso di attestati in grado di certificare la tua padronanza linguistica, questa è la sezione giusta dove inserirli.
Una volta presentate le tue conoscenze linguistiche occorre specificare quali sono le conoscenze e capacità informatiche in tuo possesso: sarà dunque necessario inserire non solo le capacità di videoscrittura e di navigazione online, ma anche la conoscenza e la padronanza di particolari linguaggi di programmazione studiati (html, php, java, asp…), la padronanza di software e programmi di grafica e video-editing e di qualunque altro software conosciuto. Come specificato già per le lingue, è sempre meglio elencare gli attestati o le certificazioni conseguite, come la Patente Europea per il computer o le certificazioni Adobe.
All’interno delle capacità artistiche invece dovrai inserire quali sono tutte quelle competenze di tipo artistico in grado di valorizzare la tua persona, come quelle attinenti a musica, scrittura e disegno, precisando per ognuna la presenza di particolari attestati e l’ambito nel quale sono stati acquisiti (formazione, ambito professionale, vita associativa, attività di svago o altro).
Una volta concluse le capacità artistiche è buona norma inserire le competenze relazionali e quelle organizzative sempre specificando l’ambito nel quale sono state acquisite. Tra le capacità relazionali puoi per esempio inserire voci relative allo spirito di gruppo e le capacità di adattamento o di comunicazione, mentre in quelle organizzative tutte quelle capacità relative alla organizzazione e alla gestione di particolari progetti.
Se lo ritieni necessario e attinente al ruolo per il quale hai intenzione di candidarti, puoi decidere di arricchire il tuo curriculum specificando quali sono i tuoi hobby e interessi personali.
Infine, conviene sempre creare una sorta di sezione contenente tutte le altre informazioni che non sei riuscito a inserire in precedenza, ma che ritieni utili per il lavoro per il quale hai intenzione di candidarti: puoi per esempio inserire persone di contatto o referenza con nome, ruolo svolto e recapito, pubblicazioni o particolari lavori di ricerca, appartenenza ad organizzazioni professionali o altro.
Ultime due elementi che non devono mai mancare in un curriculum sono l’elenco delle patenti conseguite e gli eventuali documenti da allegare, come copie di diplomi, certificati e gli attestati rilasciati al termine di ogni corso. Ricordati di NON inviare mai l’originale, ma soltanto una copia di tali documenti, onde evitare spiacevoli inconvenienti, come la perdita del documento originale!
Non dimenticare di inserire alla fine del curriculum vitae l’autorizzazione al trattamento dei dati personali, ai fini dell’attività di ricerca e selezione del personale: in questo caso sarà sufficiente aggiungere la seguente dicitura: “Il sottoscritto, ai sensi del DLG 196/03 sulla riservatezza dei dati personali, dichiara di essere stato compiutamente informato delle finalità e modalità del trattamento dei dati consapevolmente forniti nel presente curriculum e di autorizzarne l’utilizzo e l’archiviazione in banca dati”.
Ecco adesso manca solo data e firma e il vostro curriculum è concluso e pronto ad essere inviato: ricordati comunque di tenerlo aggiornato costantemente con ogni esperienza che fai e non tralasciarlo o abbandonarlo in un cassetto perchè, come detto in precedenza, è il tuo biglietto da visita.
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I conti deposito in oro si sono diffusi sotto varie forme, sfruttando il grande appeal offerto dall’oro, che da sempre viene considerato il “bene rifugio” per eccellenza.
Va subito però premesso che, al di là del nome con cui viene indicato, questo genere di investimento non ha praticamente nulla a che fare con la forma classica di “parcheggio” di risparmio (e relativi interessi creditori noti fin dal principio) tipica dei conti deposito.
Il deposito a cui ci si riferisce è infatti quello della custodia dell’oro sotto forma fisica nel vero senso del termine.
Principali differenze tra conto deposito in oro e conti deposito normali
I conti deposito sono molto apprezzati perché hanno un bassissimo livello di rischio, dato che i capitali versati non subiscono delle oscillazioni, ed anche il tasso di interesse è fisso.
I costi sono ad oggi tra i più bassi rispetto alle varie forme di gestione del risparmio (con le banche che ormai offrono quasi sempre conti privi di costi e commissioni), ed usufruiscono della tutela di rimborso fino a 100 mila euro previsto dal FIDT.
I conti deposito in oro invece prevedono l’acquisto di lingotti di oro, che vengono venduti direttamente dalla banca che poi si occupa anche della custodia, oppure acquistati da intermediari che poi si occupano della loro conservazione.
In ogni caso i rendimenti sono legati alle plusvalenze o minusvalenze generate dalle variazioni di quotazione dell’oro sulle piazze principali (generalmente come riferimento si prende il prezzo di Londra).
Risulta essere evidente che il rischio è molto elevato, poiché il capitale investito può deprezzarsi in funzione delle fluttuazioni dell’oro stesso. In più ci sono costi da sostenere, non sempre chiari fin da subito, che vanno dalle commissioni legate all’acquisto e alla vendita dell’oro ai diritti e le commissioni per la custodia.
I vantaggi e gli svantaggi
Ci sono sia banche italiane che società straniere che offrono questo genere di servizio. Con le prime non ci si deve fare carico anche del rischio di cambio (per gli acquisti che generalmente vengono fatti in sterline) ma vi sono logiche difficoltà legate a rapporti esclusivamente on line e con sedi in Paesi stranieri.
In più ci sono le questioni legate alla tassazione, in quanto si rientra nel regime amministrato tipico delle banche, ma bisogna inserire in dichiarazione dei redditi gli eventuali proventi. Una delle difficoltà maggiori risiede però nella difficoltà di poter quantificare fin dal principio l’entità del ritorno economico (che non è certo) e dei costi applicati, considerato che le commissioni sono generalmente calcolate in percentuale, con l’applicazione di importi minimi fissi.
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Le polizze index linked hanno avuta la fortuna di fare la loro massiccia comparsa in un periodo particolarmente favorevole, e da qui è scaturita la loro grande popolarità.
Sul mercato però le uniche polizze index linked paragonabili ai conti deposito, sia per livello di rischio (ma solo in senso molto lato) che per la possibilità di usufruire di un rendimento certo, sono quelle che garantiscono un tasso di interesse fisso, oppure un rendimento minimo garantito più un eventuale rendimento variabile indicizzato, e la conseguente restituzione del capitale alla scadenza.
I vantaggi e le caratteristiche delle polizze Index linked rispetto ai conti deposito
Le polizze index linked fanno parte delle assicurazioni, per cui usufruiscono dei vantaggi in caso di morte dell’assicurato, con la restituzione del 101% del valore maggiore tra i rendimenti o l’importo investito, ed inoltre sono di facile gestione in quanto sono investimenti di tipo passivo, ed hanno dei costi molto bassi.
Se il proprio scopo è quello di mettere a frutto una certa somma, senza rischiare il capitale, possono costituire un’alternativa dei conti deposito ma solo in determinate condizioni.
Per prima cosa bisogna accertarsi che nel contratto sia garantita la restituzione del capitale, ma ciò non deve farli ritenere a basso rischio come i conti deposito.
Infatti si tratta comunque di investimenti finanziari strutturati, che la banca ha costruito effettuando una serie di operazioni, che si fondano sull’acquisto generalmente di obbligazioni, quindi se la società emittente fallisce anche il valore della polizza diventa praticamente nullo, e non ci sono effettive garanzie di restituzione.
Per ridurre il rischio bisogna perciò scegliere solo polizze che abbiano come sottostante titoli con elevato rating. In più, dato che si tratta di soluzioni che mantengono il capitale bloccato per un periodo medio o medio lungo, il tasso di interesse pagato complessivamente difficilmente batte quello proveniente dai conti deposito.
Per ovviare questa difficoltà bisogna preferire le soluzioni che pagano un rendimento minimo garantito con in più una parte variabile indicizzata, dove ci si assume solo il rischio di ottenere una remunerazione complessivamente bassa (e non il capitale in toto), ma, di contro, si ha anche la possibilità di battere i rendimenti dei conti deposito.
Scelta e rischi delle polizze index linked rispetto ai conti deposito
La scelta dei conti deposito sfrutta una semplicità che è difficilmente replicabile da parte di qualsiasi tipo di investimento, dato che basta paragonare i tassi di interesse offerti e le eventuali condizioni (di norma temporali) previste.
Le polizze Index linked a torto vengono assimilate ai conti deposito, e non solo per quanto già esposto, ma anche per la totalità di considerazioni da effettuare prima di sottoscrivere un contratto.
In più, trattandosi di veri e propri investimenti finanziari, se si ha il bisogno di disinvestire anticipatamente le somme si va incontro a delle perdite di capitale (eventualmente garantito, e con riserva, solo alla scadenza), che invece nel caso dei conti deposito vincolati, si riducono a un semplice taglio degli interessi liquidati da parte della banca ma senza alcun effetto sulle somme investite.
Meglio Index linked o conti deposito?
Il tutto si riduce a quanto si è disposti a rischiare, dato che ciò che viene “premiato” è sempre e solo il rischio. Nel caso in cui si abbia la necessità di poter finalizzare delle somme alla luce di possibili successioni ereditarie, o sempre nell’ottica di effettuare una diversificazione che tenga anche conto degli effetti di impignorabilità o insequestrabilità delle sole somme (e non anche dei rendimenti), allora le polizze index linked possono costituire una valida alternativa.
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Quando si immette un ordine sul mercato valutario, si sta domandando al proprio broker di fiducia di porre in essere un’operazione di acquisto o di vendita di un cambio valutario.
Ma è davvero così semplice?
E in che modo si può personalizzare questa operazione di compravendita?
Market Order
Per cercare di saperne un pò di più cominciamo con il Market Order, la forma più “semplice” di negoziazione. Attraverso il Market Order, infatti, l’investitore fornisce al proprio broker un ordine di acquisto o di vendita, che il broker effettuerà immediatamente, al prezzo della quotazione corrente.
Entry Order
Diverso è il discorso dell’Entry Order, o ordine condizionato di ingresso. Preferito da molti investitori, è un ordine di ingresso sul mercato condizionato dall’avverarsi di un particolare elemento quale il raggiungimento del prezzo stabilito dal trader. Dunque, il broker terrà nel proprio cassetto la richiesta di acquisto o di vendita, fino a quando questa non si relazionerà con un livello gradito di prezzo, o fino a quando il trader non sceglierà di ritirare l’ordine.
A loro volta, gli Entry Order potranno essere di due diverse tipologie: con l’Entry Stop il trader potrà piazzare un ordine condizionato di acquisto o di vendita al di sopra in caso di acquisto, o al di sotto in caso di vendita dell’attuale prezzo di mercato; con l’Entry Limit il trader potrà piazzare un ordine condizionato di acquisto o di vendita al di sotto in caso di acquisto o al di sopra in caso di vendita dell’attuale prezzo di mercato.
Stop Loss Order
Lo Stop Loss Order è uno degli ordini più apprezzati dai trader. In riferimento a una specifica posizione, è un ordine impartito al broker con la finalità di fermare la posizione per evitare che generi più perdite di quelle che si è disposti a tollerare.
Limit Order
Di contro, il Limit Order (o Take-Profit) è un ordine legato a una specifica posizione, con lo scopo di prendere profitto e chiudere la posizione ad un livello che si ritiene soddisfacente.
La maggioranza dei broker propone alla propria utenza la possibilità di condizionare gli ordini come sopra. In particolare, vi consigliamo di piazzare adeguatamente le opzioni sullo stop loss o sul limit order, rendendoli compatibili con la vostra complessiva strategia di investimento. I benefici in termini di serenità e di coerenza strategica saranno immediati, e vi permetteranno di predisporre un più idoneo piano di sviluppo di medio lungo termine.
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