Come Parlare in Pubblico Senza Annoiare chi Ascolta

Forse ci siete passati o forse ci siete ancora, tutti attraversano questo momento nella loro vita: la scuola. Lasciate da parte le dovute considerazioni sull’inadeguatezza del sistema scolastico italiano (che non è l’argomento di questo articolo), nelle aule scolastiche si può vedere un campionario piuttosto vasto di come non si debba parlare di fronte ad un pubblico, grande o piccolo che sia.

Alle scuole aggiungiamo pure le università, che sotto questo profilo non sono per niente meglio. Anzi forse la carenza è ancora più grave, visto che in teoria si sta parlando del massimo grado di istruzione disponibile sul mercato.

Una volta fuori dal settore dell’apprendimento, però, i problemi non si fermano. Anzi rivivono più forti che mai, perché una buona parte degli oratori ricopiano il modello scadente dei loro ex professori: non ci si mette molto in questo contesto a diventare noiosissimi anche su argomenti interessanti. Piccola parentesi: ho quasi la sensazione che, almeno in Italia, più sei noioso e più sei considerato esperto sull’argomento che stai trattando.

Di contro, chi cerca di portare un po’ di aria fresca con presentazioni efficaci e coinvolgenti, viene spesso e volentieri etichettato come un millantatore o un “venditore di aspirapolvere” (per così dire). Con questa mentalità, non mi stupisco.

Se le nostre presentazioni (e intendo di tutti i tipi, anche nella TV e nella politica) sono anni luce indietro rispetto agli Stati Uniti.

Ricordo un caso emblematico che mi è successo qualche anno fa, in una conferenza sulla Via Lattea tenuta da un famoso studioso. Io sono un grandissimo appassionato di astronomia, quindi non mi sono lasciato sfuggire l’occasione di apprendere qualcosa di più sulla nostra galassia. Entro e… Che noia! Dopo i primi trenta secondi avevo già staccato il cervello, e dopo cinque minuti mi stavo dirigendo verso l’uscita (insieme a molta altra gente).

Nella sala quell’uomo aveva iniziato a parlare con un tono di voce ch conciliava il sonno più di una ninna nanna.

Se – quando prima o poi vi troverete dall’altra parte del palco – non volete fare la stessa figura, è meglio che imparate preventivamente un paio di semplici tecniche per coinvolgere il pubblico almeno il minimo indispensabile. Si potrebbe parlare per ore e ore di come fare e dei più svariati metodi trovati nel corso degli anni, ma sarebbe controproducente: quando si fa un discorso non si ha molto tempo per pensare a una dozzina di tecniche diverse, ed è quindi inutile anche solo provare ad insegnarle nello spazio ristretto di un post in un blog.

Molto meglio, secondo me, focalizzarsi sulle cose più semplici ed efficaci che garantiscono un buon margine di successo. Alla fine non stiamo parlando di cose troppo complicate, e soprattutto nel mare di presentatori incompetenti che abbiamo nel Bel Paese non è difficile emergere come nuovo Cicerone.

Ecco quindi alcuni consigli che si possono imparare con poca pratica:
Modulate la voce. Un tono piatto e insipido non piace a nessuno, e cosa più importante è la strada maestra per annoiare tutti entro i primi cinque minuti. Visto che non state leggendo un testo, mettete un po’ di sentimento in quello che dite: accelerate le parti secondarie, rallentate quelle importanti, fate un paio di secondi di pausa prima dei concetti chiave. Alzate e abbassate la voce di tanto in tanto, per sottolineare una determinata frase.

Coinvolgete il pubblico. Soprattutto se si parla di un pubblico ristretto, fate capire loro che sono parte integrante della presentazione, e non semplici spettatori. Il metodo più semplice è fare delle domande, ed esortare gli ascoltatori a dire sì o no tramite alzata di mano. Sconsiglio invece di fare una domanda ad una persone in particolare: può mettere a disagio gli individui più timidi. Anche solo far spaziare lo sguardo fra il pubblico, invece di osservare sempre lo stesso punto, ha un impatto molto positivo.

Muovetevi. La comunicazione non verbale è importante quanto quella verbale secondo alcuni studi, quindi non trascuratela. Se potete, restate in piedi e ogni tanto fate qualche passo (senza esagerare però), sedetevi, rialzatevi, insomma siate dinamici. Usate molto le braccia per comunicare con il pubblico, muovendole in modo ampio in maniera coerente con il concetto che state comunicando.

Le slide. Se avete una presentazione in Power Point, interagite anche con quella. Avvicinatevi, e con la mano indicate il punto che state trattando in quel momento. A proposito delle diapositive: lasciatele semplici. Avete presente la pagina principale di Google? Bianca con pochissime informazioni, eppure è il sito più visitato al mondo. Fate anche voi lo stesso: pochi punti chiave senza troppi fronzoli che non fanno altro che distrarre.

Come ho già detto potrei andare avanti ancora un bel po’ con la lista, ma non voglio renderla troppo complicata. Già imparando ed applicando questi quattro punti si può riuscire ad intrattenere qualsiasi tipo di pubblico per un tempo indeterminato, ora non resta che fare un po’ di pratica; e se non l’avete mai fatto non vi preoccupate, alla fine ci si diverte anche (o almeno, io mi diverto molto). Se vi troverete nella situazione di dover preparare una conferenza, adesso sapete da che parte iniziare.

read more

Rapporto tra Passione e Lavoro

Soltanto quando iniziano a fare cose che non gli piacciono, allora molte persone si rendono conto di non essere soddisfatti e di trascurare le proprie passioni. Si rischia di diventare totalmente disinteressati sacrificando se stessi per servire gli altri (lavoro da dipendente).

Abbiamo bisogno di diventare più egoisti e considerare i nostri cuori se vogliamo vivere come “esseri viventi”. Ma quando ci allontaniamo troppo da questa direzione, trascuriamo un semplice principio dell’universo: tutto è interdipendente.

Tutta la nostra esistenza è un “dare e avere“. Quindi, per avere realmente successo nella vita, bisogna allineare la propria passione con il lavoro. Questo perché non viviamo in un campo vuoto.

Quando abbiamo allineato queste due cose (servizio e passione) possiamo partire da una posizione in cui siamo predisposti per il successo.

Ora, possiamo tornare indietro e riallineare la nostra offerta sin dall’inizio. Nella mia esperienza come blogger, ho compreso che invece di creare un blog alla cieca cercando di guadagnare lettori e commenti, potevo offrire un servizio. Così facendo, avrei ottenuto un riscontro diretto su ciò che la gente voleva realmente.

Quindi, invece di raccogliere visite o accumulare abbonati per poi sperare di rifilargli qualcosa, posso chiedere ai miei lettori cosa vogliono e crearlo. In questo modo, non si sentiranno violati quando a distanza di mesi dall’avvio del blog vedranno pubblicare un prodotto su misura.

Quando le vostre intenzioni sono chiare sin dall’inizio, tutti sapranno come stanno effettivamente le cose. Ora vorrei chiedervi: «C’è qualcosa che potrebbe aiutarvi?»

Se sarò in grado, mi piacerebbe soddisfare i vostri bisogni. Altrimenti, per favore non comprate nulla.

read more

Come Pensare in Modo Creativo

C’è una certa attesa che viene dall’essere un’anima artistica. Se la vostra arte è la danza, il canto, la pittura o la scrittura, dovete trovare sempre modi nuovi e diversi per produrre opere per le altre persone.

Questo può essere difficile, tuttavia, quando ci sono 1000 cose nella vostra mente in una sola volta.

Con i nostri orari, abbiamo bisogno di tempo per cercare nuove idee, creare opere che gli altri apprezzino e produrne abbastanza in modo che non diventino troppo vecchie.

Portare avanti un blog aggiornato, può essere frustrante e spaventoso allo stesso tempo, ma non impossibile (oltre alle mie attività, ne gestisco 2 da solo e 1 in società). Qui di seguito ci sono 6 semplici idee per diventare un pensatore creativo senza perdere il lume della ragione.

Essere pronti per le idee.
Tenete sempre un notebook o un quaderno con voi per ogni evenienza. A volte mentre siamo presi con altro, in una frazione di secondo nella nostra mente scatta una scintilla. Abbiamo così tanti pensieri nel corso di una giornata, che basterebbe soffermarsi ogni tanto su una di esse per rendersi conto che vale la pena di approfondirla.
Anche scrivere alcune parole chiave vi aiuterà a ricordare il punto principale di questa idea. Nella migliore delle ipotesi, una mappa mentale, un foglio di carta e qualche colore è ciò di cui avete bisogno. Con il tempo parte di queste idee (o mappe) potrete annotarle in un quaderno, che combinate ad altre idee, diverranno un pezzo di un progetto futuro.

Creare qualcosa tutti i giorni.
Create qualcosa tutti i giorni anche se pensate che sia soltanto spazzatura. La maggior parte di ciò che scrivo inizia con una frase su Twitter. Dopo aver scremato ciò che sta dentro la “spazzatura”, la lucido un po’ e il prodotto finale diventa un “bel pezzo di spazzatura”.
La chiave è prendere l’abitudine di costruire un muscolo creativo.

Fare qualcosa di completamente diverso.
Cosa significa fare qualcosa di completamente diverso? Niente di stravolgente. Ad esempio, camminare all’indietro anziché in avanti, scrivere mancino al posto della mano destra (o mano destra al posto della sinistra), dormire sul lato opposto del letto.
Il punto è che se fate le stesse cose ogni giorno, la vostra base creativa sarà frutto di una conoscenza quasi statica, inamovibile, sterile. La creatività, nasce esplorando nuove idee che non abbiamo mai considerato prima.
Questo apre nuove idee che ci permettono di pensare in modo diverso e vedere quelle zone uniche della vita distinte dal nostro punto di vista.

Apprezzare le piccole cose della vita.
Apprezzate le cose piccole che normalmente vi capitano nella vita, perché non si sa mai che tipo di differenza possano fare per voi in futuro. Tutte le cose che ci circondano nel mondo hanno una certa importanza in base anche al modo in cui le guardiamo.
Un piccolo sassolino che rotola giù da una collina ghiacciata può accumulare così tanta neve da diventare una gigantesca palla verso la fine. Un semplice pennello può fare la differenza tra un buon dipinto e una cattiva pittura. Un paio di parole possono fare la differenza tra un pezzo medio e un pezzo d’ispirazione.
Queste sono tutte piccole cose che hanno un effetto profondo sul risultato finale. Ve ne accorgerete quando farete lo sforzo di aggiungere solo qualche piccolo elemento aggiuntivo (non parlo di straordinari) per rendere il vostro lavoro rilevante.

Non abbiate paura.
Non temete, perché di solito la paura non è reale. Quando ci mettiamo in uno stato di paura, impediamo alla nostra mente di avere pensieri creativi. Questa paura spesso scaturisce dal timore di non poter pensare a qualcosa di nuovo e diverso.
Spesso abbiamo paura di non sapere se gli altri apprezzeranno il nostro lavoro. Altre volte deriva dal confronto con persone ritenute migliori di noi.
La paura nasce anche dal fatto di partire da zero e non sapere come iniziare. Tutte queste paure possono impedirci di agire, distruggendo la nostra fiducia. Ma se l’unica cosa a cui dedicherete tempo è fuggire dalla paura, nulla di creativo verrà a farvi visita.
Qualunque siano i timori, evitate di vedere la vita attraverso di loro. C’è sempre un altro giorno e un’altra possibilità per fare meglio.

Il divertimento è il carburante della creatività.
Lasciatevi andare. La creatività si esprime al meglio quando siamo liberi. Ricordatevi sempre che quando si parla di creatività, non ci sono restrizioni. Siete liberi di fare quello che volete.
Ma quando vi imponete di controllare la creatività, ben presto comincerete a sentire il fardello del lavoro. Si suppone infatti, che la creatività sia la cosa più lontana dalla parola “lavoro”.

Dalla scuola al nostro lavoro, viviamo in una società che non premia e non incoraggia gli esseri umani ad essere creativi.

read more

Come Migliorare il Proprio Lavoro

Ho scritto un libro e neanche me ne ero accorto!

Scherzi a parte, più volte su questo blog, ho riportato il mio pensiero sul mondo del lavoro e di come appunto abbia stravolto la mia figura professionale.

Oggi in ambito lavorativo, si parla sempre e solo di precariato.

Quando ti confronti con un disoccupato, la sua risposta sul motivo per cui non stia lavorando è inequivocabilmente questa:

“Non c’è lavoro” oppure “Esistono solo contratti da precari”.

Non amo le persone che dispensano consigli sul “come vivere” quando la loro situazione socio economica è sempre stata favorevole.

Hai presente chi lavora nell’azienda dei genitori?

Però, visto che non rientro in questa fascia ed ho voltato le spalle ad un contratto indeterminato per intraprendere una carriera come libero professionista, mi permetto di dire la mia.

Se il lavoro manca, o se non è di tuo gradimento (come nel mio caso) hai due possibilità.

La prima, è continuare a fare quello che fai da sempre per vivere, con le ripercussioni economiche e salutari che ne conseguono.

La seconda è quella di inventarsi un lavoro, o meglio ancora una nuova figura professionale.

Se ti mancano le basi e gli strumenti per conseguire questo risultato, allora fai in modo di reperirli (studia, formati, leggi, confrontati, ecc.).

Perché ho aperto questo post con la frase “ho scritto un libro…” ?

Se il lavoro ci fa schifo, allora non ci resta che migliorarlo. Questo è quello che insegnano Cali Ressler e Jody Thompson proprio nel loro libro Perchè il lavoro fa schifo e come migliorarlo.

ROWE, è il termine con cui gli autori identificano un nuovo modello di lavoro, basato sui risultati.

E’ una perfetta analisi di come la maggior parte dei luoghi di lavoro non funzionino, capaci soltanto di aumentare lo stress e l’insoddisfazione nei dipendenti.

Ormai, il concetto di 40 ore settimanali e di cinque giorni a settimana è stato largamente superato.

Per non parlare degli impiegati a cui vengono delegati incarichi che non sono alla loro altezza. Ne conosci qualcuno?

Inutili e barbose riunioni che si scontrano con l’ormai nota “era dell’informazione” a cui internet ed il web ci stanno abituando ormai da tempo.

La produzione e il risultato sono gli unici obiettivi su cui focalizzarci, distaccandoci totalmente dal tradizionalismo a cui la scuola, l’università e lo stesso ambiente lavorativo ci stanno abituando.

Il risultato? Aumento della produzione, soddisfazioni economiche e più tempo libero per noi stessi.

read more

Come Capire Cosa si Vuole

Sono costantemente circondato da persone che vogliono tante cose e subito:

«Voglio un fisico attraente», «Voglio guadagnare attraverso un blog», «Voglio vivere facendo un lavoro che mi piace», «Voglio guadagnare un sacco di soldi».

Anche io avrei una lunga lista di cose che vorrei realizzare. Ma basta avere un elenco?

Che ci crediate o no, quelli che ripetono sempre e solo «Voglio!» non combinano mai niente di buono. E poiché molti dei nostri amici mostrano una mancanza di autenticità nei propri desideri spesso non hanno la motivazione necessaria per compiere i passi necessari per raggiungere la loro destinazione.

Siete sicuri di sapere cosa volete realmente? Come facciamo a sapere se i nostri bisogni sono reali o un’illusione?

Domande da porsi
Siete disposti a lavorare?
Questo è probabilmente il più semplice test per determinare se l’obiettivo attuale o il desiderio siano degni di un nostro impegno. Siete disposti ad affrontare uno sforzo per rendere questo obiettivo una realtà? Siete disposti a sacrificarvi lungo il cammino? Se vi soffermate anche solo due volte per pensare se ne valga la pena, allora in realtà non vi è un vero interesse: capriccio.

Perché volete?
Questa è una domanda che spesso evitiamo per paura della risposta. State offrendo un servizio alla comunità solo per riempire il vostro curriculum? Oppure vi interessa fare la differenza? Se aiutate qualcuno lo fate solo per ottenere qualcosa in cambio? Oppure contribuite per il gusto di aiutare? E’ assolutamente normale avere obiettivi personali, ma non mentite circa le vostre motivazioni.

Dove andare?
Siete disposti a fallire e tornare indietro per iniziare daccapo? Siete disposti a spingervi oltre anche quando vi sentite deboli? Se il vostro cuore non è attivo fin dal primo giorno, non perdete il vostro tempo a caccia di un miracolo che non avverrà mai. Perseguite solo obiettivi e desideri che fanno del mondo un luogo migliore.

State cercando di impressionare qualcuno?
Pensate ai vostri obiettivi attuali e chiedetevi se sono per voi o qualcun altro? In genere quando fisso un obiettivo solo per impressionare qualcuno il fallimento è assicurato. Quello che sto suggerendo è che i vostri obiettivi non dovrebbero essere guidati dal desiderio di impressionare.

Molto interessante.

read more