Lavorare in Australia costituisce un’opportunità non solo per migliorare la conoscenza della lingua inglese, ma anche per entrare in contatto con uno stile di vita diverso dal nostro.
Di seguito forniamo alcune indicazioni utili alla ricerca di un lavoro temporaneo in Australia.
Come muoversi per una ricerca efficace? Esistono varie possibilità.
Cercare gli annunci di lavoro attraverso i portali e le banche dati on-line. Di solito gli annunci non sono in lingua italiana e si consiglia di evitare i siti che richiedono una tassa di iscrizione.
Rivolgersi alle agenzie di collocamento private o alle agenzie per il lavoro interinale, che offrono lavori in vari settori. Una raccolta dei recapiti delle agenzie interinali statunitensi, canadesi, australiane e britanniche è consultabile sul sito Head Hunter Directory.
Consultare le offerte di lavoro su quotidiani e periodici. Molti quotidiani sono disponibili on-line e dedicano una sezione apposita alle offerte di lavoro. Spesso è presente anche una sezione di annunci dedicata alla ricerca di appartamenti in affitto.
Informarsi presso il Job Network, una rete nazionale di agenzie e organizzazioni australiane, private e pubbliche, che forniscono servizi di collocamento. Alcune tra queste si rivolgono a un’utenza specifica: giovani, disabili, non madrelingua inglese. Il network mette a disposizione una banca dati di offerte di lavoro, gratuita e aggiornata quotidianamente.
Fare riferimento al Centrelink, servizio statale che si occupa di fornire assistenza a tutti coloro che sono alla ricerca di un impiego o che hanno cessato l’attività lavorativa. Il servizio, fornito anche in lingua italiana, consente anche di iscriversi alla rete Job Network.
Visitare il sito del DEEWR – Department of Education, Employment and Workplace Relations, sul quale è presente una sezione dedicata alle informazioni e agli strumenti per chi cerca lavoro.
Anche in Australia esiste l’opportunità di svolgere tirocini di lavoro, remunerati e non, o di rivolgersi alle scuole, agenzie o enti privati che si occupano dei soggiorni lavorativi o Work and Study. Per informazioni su questo tipo di esperienze consulta le schede orientative Stage di formazione e lavoro all’estero e Agenzie italiane che organizzano tirocini, soggiorni lavorativi e Work and Study.
Si ricorda la possibilità di trovare un lavoro alla pari, cioè un lavoro temporaneo che prevede lo svolgimento di piccoli lavori domestici, presso una famiglia ospitante, in cambio di vitto, alloggio e di un contributo minimo.
Requisiti generali
Per entrare in Australia come lavoratori è necessario il visto di ingresso.
Le persone di età compresa fra 18 e 30 anni possono cercare di ottenere il Working Holiday Visa, subclass 417 (WHV). Con questo visto è possibile soggiornare nel Paese per un anno, svolgendo lavori temporanei e frequentando corsi di formazione o di lingua. Il visto è rinnovabile per ulteriori dodici mesi.
E’ prevista una quota annuale di visti, che vengono rilasciati fino a esaurimento. E’ necessario entrare in Australia entro un anno dalla data del rilascio. Durante il periodo di validità è consentito entrare e uscire liberamente dal Paese.
Il visto prevede che non si mantenga lo stesso posto di lavoro per più di sei mesi e che non si frequentino corsi di lingua per più di quattro mesi.
Il costo è di 280 AUD (Australian Dollar), pari a circa 226 euro.
Per quanto riguarda gli altri visti di residenza temporanea precisiamo che sono molto difficili da ottenere, in quanto vengono richiesti particolari profili professionali per i quali scarseggia il personale locale.
Inoltre vengono concessi solo nel caso in cui un datore di lavoro australiano faccia da sponsor e dichiari l’intenzione di volervi assumere prima del vostro ingresso in Australia.
I cittadini stranieri senza sponsorizzazione, ma con particolari specializzazioni professionali richieste dal mercato del lavoro australiano, possono richiedere i visti Skilled Migrant.
A partire dal luglio 2012 è in funzione un meccanismo di selezione chiamato Skillselect che consiste in un servizio online attraverso il quale tutti coloro che sono interessati a ottenere un visto Skilled devono presentare una Expression of Interest (EOI). La EOI non è una domanda di visto ma una segnalazione del proprio interesse a trasferirsi in Australia come Skilled Migrant. Dovrete fornire una serie di informazioni sulle vostre competenze e documentare una conoscenza sufficiente della lingua inglese e la vostra esperienza professionale, che verranno valutate per mezzo di un sistema a punti. Sarà lo stesso Dipartimento per l’Immigrazione a selezionare i migliori e nel caso li inviterà a presentare domanda per il visto
I requisiti di base richiesti sono
età compresa fra 18 e 50 anni
approfondite conoscenze o esperienze in determinati settori
ottima conoscenza della lingua inglese.
Con questo visto è possibile risiedere in modo permanente in Australia e fare richiesta per la cittadinanza. Inoltre si ha diritto all’assistenza sanitaria.
Il Dipartimento per l’Immigrazione partecipa a diversi eventi anche in città europee, in cui i datori di lavoro australiani svolgono colloqui per assumere personale.
Per ulteriori informazioni e notizie sempre aggiornate sui visti di ingresso nel Paese consultare il sito del Department of Immigration and Citizenship, Dipartimento dell’Immigrazione australiano, alla sezione Immigration.
Prima di iniziare a lavorare è importante aprire un conto in banca e ottenere un Tax File Number (numero per la registrazione fiscale) dall’Australian Taxation Office.
Infine si raccomanda di evitare i lavori in nero. Le pene per chi li offre e per chi li accetta arrivano anche alla reclusione in carcere.
Come candidarsi
Generalmente ci si candida inviando il proprio CV con la lettera di presentazione, sia che si risponda a un’offerta di lavoro specifica, sia in caso di candidatura spontanea. La lettera permette al selezionatore di avere una prima impressione del candidato. A meno che non sia indicato diversamente, sia la lettera sia il CV devono essere in lingua inglese e scritti al computer, con un chiaro riferimento all’eventuale offerta per la quale ci si sta candidando.
In alcuni settori lavorativi, come la grande distribuzione, i parchi divertimento, le aziende multinazionali e i franchising, le candidature per un posto di lavoro si presentano, solitamente, attraverso la compilazione di application form. Si tratta di moduli compilabili on-line, che consentono al candidato di inserire i dati anagrafici, le esperienze lavorative e gli interessi personali, allegando eventualmente il CV.
Risulta essere necessario scrivere una lettera di candidatura in cui, oltre alle esperienze personali e alle qualifiche, bisogna spiegare quali sono i motivi per cui si vuole lavorare in Australia, quali esperienze professionali si sono accumulate, per quali motivi vi candidate per quel posto e quale valore aggiunto potete fornire all’impresa. Se non esplicitamente richiesto non è il caso di allegare fotografie. Le referenze sono considerate importanti dai datori di lavoro. Si possono elencare le persone che possono parlare a vostro favore oppure indicare la disponibilità a segnalarne i nomi, se necessario.
Lavoro nel settore alberghiero e della ristorazione
Per trovare lavoro nel settore alberghiero e della ristorazione è necessario essere maggiorenni ed è preferibile avere una discreta conoscenza della lingua. Sono richieste figure professionali di tutti i tipi: camerieri, cuochi, receptionist, personale delle pulizie. Può essere esplicitamente richiesta un’esperienza nel settore, soprattutto per i lavori più specializzati.
Un’altra opportunità di lavoro è presso gli ostelli della gioventù, con mansioni di vario tipo: custodi, receptionist, addetti alle pulizie o alla cucina. Il compenso può essere limitato a vitto e alloggio.
Lavoro nel settore agricolo
L’insieme delle attività di raccolta e imballaggio di frutta, verdura e fiori e di potatura rientrano nelle mansioni del lavoro stagionale, per il quale è possibile richiedere il Working Holiday Visa. Il visto viene rinnovato più facilmente a chi lavora, per almeno tre mesi, nel settore agricolo o negli allevamenti.
Lavoro nel settore tecnico
In Australia c’è molta richiesta di ingegneri nei settori minerario, civile, chimico e petrolifero.
Per accedere alla professione occorre avere il riconoscimento dell’Ordine professionale australiano o del competente collegio professionale.
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Un assegno, per essere completo, occorre che abbia indicato l’importo in numero, seguito da quello in lettere, più /00, il beneficiario per l’incasso e la firma del titolare del conto corrente, relativo al blocchetto di assegni da cui viene staccato. L’assegno necessita poi di essere “non trasferibile”. Tuttavia, il vero e proprio primo problema reale è relativo alla sua copertura. In tal senso, può verificarsi nel caso di emissione di un assegno non tanto falso in sé e per sé, ma legato ad un conto corrente ormai estinto.
Dalla mia esperienza personale, ho visto che ciò non capita quasi mai con le banche (che chiedono indietro i blocchetti degli assegni quando chiudi il conto corrente), ma talvolta invece con Posteitaliane, in cui ho avuto modo di notare degli assegni non validi, in quando relativi a conti correnti chiusi e spesso anche da parecchio tempo. Questo è un primo elemento a cui prestare attenzione.
Poi, ci sono i casi sospetti in cui il soggetto che ti paga l’assegno pretende un nostro versamento anticipato, che poi provvederà a restituirci nell’assegno che ci verrà fatto da lui in un periodo successivo. Qui scatta il primo campanello d’allarme di una possibile truffa, legata ad un assegno che può essere falso. Non è detto che sia falso in quanto non semplicemente coperto da un adeguato deposito sul conto corrente bancario. Infatti potrebbe essere falso semplicemente per il fatto che la persona che lo emette non è autorizzata a farlo, o perché l’azienda che lo stacca è fallita e via dicendo.
Nel caso più frequente di incasso mediante controllo sulla copertura dell’assegno, non solo i tempi si allungano molto (un anno e anche più), ma c’è anche il concreto rischio che la banca pagante il relativo controvalore, ne reclami indietro i soldi, nel caso che non solo un assegno risulti falso, ma quanto meno dubbio e per certi versi anomalo. Per riconoscere se un assegno è falso occorre innanzi tutto chiedere conferma alla banca emittente.
Naturalmente, è meglio farlo prima ancora di accettarlo, anche ti mette in difficoltà per il semplice fatto di diffidare di chi hai davanti. Tuttavia, di questi tempi, con le truffe che ci sono in giro, è quanto meno lecito. Poi, occorre quindi verificare se la persona che paga con l’assegno sia autorizzata a farlo. Quindi, bisogna controllare che l’assegno sia stato compilato in maniera corretta nei vari campi che lo contraddistinguono, seguendo quanto riportato in questa guida su Assegni.net. Infine, occorre verificare che, per quanto concerne la sua emissione, rispetti la legge che disciplina la materia. Ossia, che rientri nei limiti e nei modi da essa descritti.
Per quanto concerne assegni provenienti dagli Stati Uniti, è stato poi attivato un numero di telefono per controllare la qualità dell’assegno emesso. Si tratta dell’ 1-900-868-2995 ed ha un costo di 5 dollari. Tale servizio permette verificare un conto corrente bancario e la veridicità dell’assegno ed ogni chiamata è valida per la verifica di due controlli sui relativi assegni. Insomma, bisogna stare attenti, perché si rischia di non vedere il becco di un quattrino e di incorrere in delle noie burocratiche e legali, che fanno perdere anche tempo, oltre che denaro.
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L’acquisto di lingotti d’oro è uno dei diversi modi attraverso i quali investire nel metallo prezioso. Sebbene si tratti di un’opportunità in buona parte sostituita da modalità che prevedono la dematerializzazione del bene oggetto di investimento, l’acquisto di lingotti è oggi una pratica ancora diffusa sul mercato italiano. Cerchiamo quindi di comprendere come acquistare lingotti d’oro, ed effettuare un investimento consapevole in questo importante bene rifugio.
Cosa sono i lingotti d’oro
Il primo punto da chiarire è cosa siano i lingotti d’oro. Sebbene oggetto di futuro approfondimento per quanto attiene le caratteristiche tecniche, possiamo certamente ricordare, fin d’ora, come i lingotti d’oro non siano altro che il risultato di una tecnica che prevede che l’oro fusso venga fatto colare in appositi stampi. Successivamente alla pressione sullo stampo, e alla conseguente incisione, si ottengono dei lingotti contraddistinti in maniera univoca da un numero di serie, dall’indicazione del peso e della taglia, e dal nome del produttore. Generalmente la vendita del lingotto è accompagnata da un certificato che ne attesta l’autenticità.
Scegliere l’entità dell’investimento
Una volta compreso cosa sia il lingotto, occorre entrare nel vivo della propria strategia finanziaria, e scegliere quanto investire in questo metallo prezioso. Il nostro consiglio, in un’ottica di congrua differenziazione, è quello di non impiegare più del 10-15% del proprio denaro su un unico asset o su un’unica tipologia di impiego. Ne deriva che, se i vostri risparmi ammontano a 20.000 euro e desiderate investirne la metà (mantenendo quindi 10.000 euro per spese personali), non investite in oro più di 1.000 – 1.500 euro.
Dove mettere i lingotti
Prima di acquistare i lingotti è bene cercare di capire dove andare a riporli. Considerando totalmente incongrua la scelta di tenerli con sè in casa (una opzione che, in evidenza, è estremamente rischiosa), val quindi la pena comprendere quale sia la struttura nella quale depositare i lingotti. La risposta è generalmente riconducibile al ruolo delle banche, che in molti casi (soprattutto nelle filiali di maggiori dimensioni), hanno dei caveux appositi per questo genere di operazioni. In alternativa, è possibile accertarsi della possibilità di poter utilizzare una comune cassetta di sicurezza per il deposito del lingotto. In ogni caso, ottenete le giuste informazioni sulle assicurazioni per le varie tipologie di peso e di deposito. Se invece volete depositare i lingotti in casa propria, cercate di farlo all’interno di una cassetta di sicurezza riposta in luogo sicuro, con caratteristiche antincendio.
Quale lingotto acquistare
Una volta fatto ciò, occorrerà scegliere quale lingotto acquistare. La tipologia più acquistata è il lingotto da 1 kg o 32,15 once: si tratta tuttavia di una tipologia piuttosto costosa e, seppur dalle caratteristiche indubbie di maneggevolezza, altresì una tipologia che potrebbe essere al di fuori della portata della maggior parte dei risparmiatori.
Pertanto, se desiderate un investimento più ristretto, potete dedicarvi ai lingotti da un’oncia (31,1 grammi), molto popolari tra i piccoli investitori in alternativa alle più tradizionali monete d’oro. Esistono altresì in commercio dei lingotti da 10 once (311 grammi), e lingotti di altre dimensioni e pesi.
Dove comprare i lingotti
Comprare i lingotti non è difficile: dalle banche alle società specializzate nella compravendita di oggetti in oro, passando per i venditori privati, le possibilità di poter mettere le mani su un bel lingotto d’oro non mancano di certo. Cercate piuttosto di comprendere quale sia il prezzo dell’oro oggi sul mercato, e se sia più conveniente attendere tempi più propizi o chiudere subito la transazione.
Come mezzo di pagamento, considerato il presumibile controvalore dell’operazione, potete alternare la scelta degli assegni al bonifico bancario. A questo punto, non vi rimane che depositare il lingotto e attendere che si apprezzi.
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L’ingresso in Canada per motivi di lavoro, anche temporaneo, è subordinato al possesso di un permesso di lavoro. Chi ha competenze professionali adeguate può richiedere un visto di residenza, rilasciato dal Governo canadese ai cittadini stranieri in grado di svolgere attività di rilievo per la crescita e l’innovazione del Paese (i cosiddetti skilled migrant).
Segnaliamo che dal 15 marzo 2016 gli stanieri esenti da visto diretti in Canada, sia per motivi di studio che di lavoro, devono avere al momento dell’imbarco sull’aereo l’eTA (electronic Travel Authorization). L’eTA costa 7 dollari canadesi e vale per cinque anni o fino alla scadenza del passaporto, se questa interviene prima.
Per lavorare in Canada si dovrà in ogni caso ottenere un Numero di Assicurazione Sociale (NAS/SIN).
Una procedura particolare è quella prevista per il programma International Experience Canada, rivolto ai giovani che vogliono viaggiare in Canada e sono interessati a finanziare il loro soggiorno con un lavoro temporaneo della durata massima di sei mesi.
Il programma si rivolge a cittadini italiani, residenti in Italia, di età compresa tra 18 e 35 anni. Il bando viene pubblicato di norma all’inizio di ogni anno e quindi è raccomandabile verificarne l’uscita sul sito governativo, dove sono indicati i requisiti indispensabili per partecipare ed è possibile iscriversi seguendo la procedura on-line. Attenzione: i posti disponibili si esauriscono velocemente. La partecipazione non è rinnovabile e deve essere richiesta in ogni caso prima della partenza dal Paese di origine.
Se la domanda verrà approvata, si riceverà una “lettera di introduzione” da presentare all’ingresso in Canada (aeroporto o frontiera se si arriva via terra). La lettera d’introduzione è valida dodici mesi dalla data di emissione. Presentando questa lettera ai funzionari al porto d’ingresso si riceverà il permesso di lavoro valido sei mesi dalla data d’ingresso in Canada.
Risulta essere possibile partecipare al Programma Vacanza-Lavoro una sola volta.
Come muoversi per una ricerca efficace? Esistono varie possibilità.
Rivolgersi ai numerosi servizi a sostegno degli immigrati che propongono diversi programmi per aiutare i nuovi arrivati a integrarsi con la popolazione locale e a iniziare un nuovo lavoro. Alcuni organizzano veri e propri laboratori di introduzione al mercato del lavoro locale, altri sessioni informative dove insegnano a redigere un buon curriculum vitae. A questo proposito segnaliamo la pagina del sito del Ministero della Cittadinanza e dell’Immigrazione, che contiene i riferimenti della rete di servizi a sostegno dell’immigrato, in tutto il Paese, con utili informazioni relative al lavoro temporaneo
Consultare i siti e i portali specializzati nella ricerca di un lavoro. Esistono anche veri e propri archivi on-line di annunci di ricerca di personale. La consultazione, difficile per chi non conosce discretamente l’inglese o il francese, generalmente avviene per Provincia e settore di interesse. L’accesso è diretto oppure ristretto ai soli utenti registrati al sito (la registrazione – quando gratuita – richiede di indicare obbligatoriamente almeno il nome, il cognome e l’indirizzo di posta elettronica). Gli archivi possono essere gestiti e curati sia da servizi pubblici sia da singole aziende o agenzie private di selezione, con criteri di accesso differenti ma comunque pensati tutti per i cittadini canadesi. Ecco perché, statisticamente, le probabilità di trovare lavoro rispondendo dall’Italia a tali annunci, non sono elevate. Si raccomanda la massima cautela nell’utilizzo di questi strumenti: è preferibile scegliere siti e portali che non richiedano alcuna quota di iscrizione e registrare i propri dati personali solo se si è sicuri che il gestore del sito garantisce la protezione dei dati sensibili.
Proporsi direttamente alle aziende, cercando quelle la cui attività è più corrispondente al proprio curriculum. Le aziende dotate di sito spesso ne riservano una sezione al reclutamento del personale, tramite autocandidatura oppure risposta ad avvisi di posti vacanti.
Consultare i quotidiani, le riviste e le testate canadesi nazionali e regionali che spesso hanno spazi destinati agli annunci di ricerca di personale. Vista la dimensione del mercato dell’informazione giornalistica canadese, la strada migliore per informarsi è consultare i siti dei quotidiani on-line oppure, dopo essere arrivati in Canada, rivolgersi all’edicolante.
Anche in Canada esiste l’opportunità di svolgere tirocini di lavoro (Internship), remunerati e non, o di rivolgersi alle scuole, agenzie o enti privati che si occupano dei soggiorni lavorativi o Work and Study. Per informazioni su questo tipo di esperienze consulta le schede orientative Tirocini di formazione e lavoro all’estero e Agenzie italiane che organizzano tirocini, soggiorni lavorativi e Work & Study.
Si ricorda la possibilità di trovare un lavoro alla pari, cioè un lavoro temporaneo che prevede lo svolgimento di piccoli lavori domestici, presso una famiglia ospitante, in cambio di vitto, alloggio e di un contributo minimo.
La sistemazione abitativa più economica e utilizzata dai giovani è la condivisione di un appartamento (House share o Flat share, in Quebec Colocation) che viene proposta attraverso annunci e siti specializzati. T
Requisiti generali
Con l’eccezione del programma International Experience Canada, che prevede una procedura particolare (vedi quanto detto in Premessa), in tutti gli altri casi, anche per svolgere un lavoro temporaneo (temporary work), occorre essere già in contatto con un datore di lavoro canadese che deve inviare al candidato una copia della proposta/contratto di lavoro, con tutti i dettagli e i termini relativi all’impiego. Solo così si potrà ottenere il visto. Inoltre, per lavorare nella provincia del Quebec, è necessario anche un certificato d’accettazione specifico, detto Certificat d’acceptation du Quebec (Certificate of acceptance), che deve essere compilato dall’interessato per quanto lo riguarda e poi inviato al datore di lavoro canadese.
Risulta essere sempre necessaria la conoscenza di una delle lingue del Paese, inglese o francese, per cui vengono organizzati corsi di base per stranieri appena arrivati in Canada.
Come candidarsi
Non esiste un formato standard di curriculum vitae (Résumé). In molti casi ci si candida compilando online gli appositi form di candidatura presenti sui siti delle aziende di interesse. Quando si fa una domanda on-line, generalmente, è anche possibile allegare il proprio CV e la lettera di presentazione.
Lavoro nel settore turistico, alberghiero e della ristorazione
In Canada il turismo rappresenta una consistente fonte di reddito. Le offerte di lavoro si trovano sui giornali on-line oppure collegandosi ai siti delle numerose strutture ricettive presenti nel Paese e proponendo la propria candidatura. Per i candidati è indispensabile essere maggiorenni, avere esperienza nel campo e conoscere molto bene la lingua inglese o francese.
Lavoro nel settore agricolo
La produzione agricola rappresenta per il Canada la seconda fonte di esportazione dopo il legname. Il settore più sviluppato resta quello del bestiame, seguito dall’allevamento di polli e produzione di uova, dall’industria casearia, dalla produzione di sciroppo d’acero e miele.
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Il rating, detto anche valutazione, è un metodo utilizzato per classificare gli stati in base al loro merito creditizio. Viene espresso attraverso un voto in lettere, in base al quale il mercato stabilisce un premio per il rischio da richiedere allo stato per accettare quel determinato investimento. Vediamo come funziona questo processo.
I rating sono periodicamente pubblicati da agenzie specializzate, principalmente Standard and Poor’s, Moody’s e Fitch Ratings.
Scendendo nel rating, aumenta il premio per il rischio richiesto e quindi l’emittente deve pagare uno spread maggiore rispetto al tasso risk free.
Un declassamento del rating di soggetti pubblici particolarmente indebitati, come spiegato in questa guida su Dizionarioeconomico.com, ha la conseguenza a breve termine di provocare un rialzo degli interessi applicati ai prestiti in corso, e quindi un aumento degli oneri finanziari. Il debitore potrebbe cedere beni immobili e mobili di sua proprietà a prezzi di realizzo, per evitare un peggioramento del rating.
Non raramente, la maggiore fonte di finanziamento dei costosi studi che portano a valutare il rating, non sono le agenzie di stampa e la comunità finanziaria, ma le stesse società emittenti oggetto dell’indagine e singoli investitori con molta liquidità. In questi casi, è evidente un conflitto d’interessi.
Infatti, per avere un rating, uno Stato deve rivolgere una richiesta esplicita a una delle agenzie di rating. Il servizio è a pagamento. Ottenuto l’incarico, l’agenzia inizia l’analisi dello Stato.
L’analista incaricato attinge da informazioni pubbliche, studia i fondamentali economici e finanziari e incontra i dirigenti statali per raccogliere tutte le informazioni necessarie. Solo dopo questa analisi è possibile esprimere un voto sull’affidabilità creditizia dello stato che ha richiesto il rating.
Terminato il lavoro dell’analista, entra in azione un comitato. Sarà, infatti, un organo collegiale, e non un singolo analista, a valutare tutto il materiale raccolto e ad esprimere un giudizio sotto forma di rating. In seguito, il rating viene votato a maggioranza dal comitato, formato da esperti del settore in cui opera la società che si sta valutando.
Dopo la votazione del rating, questo viene comunicato allo Stato richiedente. Esso può appellarsi, fornendo informazioni aggiuntive e chiedendo di avere un’ulteriore analisi. Il comitato può, se lo ritiene necessario, riunirsi e deliberare di nuovo sul rating alla luce delle informazioni aggiuntive, decidendo di cambiare il voto o di mantenere quello deciso in precedenza.
Una volta notificato il rating allo stato che ha voluto farsi valutare, si passa alla pubblicazione. Lo stato può chiedere che il rating non venga pubblicato: in tal caso resterà riservato e non di pubblico dominio. In caso di pubblicazione, invece, il rating diventa noto al mercato. Da questo momento in poi l’agenzia di valutazione tiene sotto monitoraggio il rating, per valutare eventuali promozioni o declassamenti.
Un modello differente prevede che gli studi siano finanziati dalla comunità finanziaria, che compra un quotidiano economico a diffusione di massa e a basso costo, tale da rendere accessibile in modo tempestivo (come quotidiano) e a un largo pubblico l’informazione finanziaria. Una seconda entrata deriverebbe dalle agenzie convocate tempestivamente in conferenza stampa, non appena siano acquisite informazioni price-sensitive. Tuttavia, è difficile dire quanto un modello di business così etico sia remunerativo dei costi della struttura. Quando l’informazione tempestiva è comunque obbligatoria per legge, il potere contrattuale maggiore è di chi fruisce le notizie, non di chi le produce.
Un problema viene a crearsi quando i risultati di uno studio di settore non aggiungono nessuna informazione che possa cambiare rating, e semplicemente confermano la solvibilità dell’emittente e il rating attuale. Non c’è rating sottovalutato per titoli da comprare, né rating sopravvalutato per titoli da acquistare, e in definitiva informazione che qualche acquirente abbia interesse a comprare. Lo studio è comunque un costo sostenuto da remunerare.
Davanti al declassamento di uno stato la comunità finanziaria raramente non reagisce con un deprezzamento, privilegiando le decisioni degli analisti rispetto alle ragioni portate dall’emittente. In questo senso, si è parlato di “dittatura degli analisti”, per il potere di condizionare l’economia riconosciuto loro dal mercato che in parte non tiene conto dei conflitti d’interesse talora esistenti, in altra parte è relativamente interessato ad un rating veritiero. Un declassamento o una sovrastima del rating aprono (a chi ha le giuste informazioni) occasioni di guadagno speculativo.
Spetta alle authority nazionali il riconoscimento delle tipologie di attività nelle quali il rating rilasciato da un’agenzia ha valore “ufficiale”, e può essere utilizzato secondo quanto previsto dalle leggi vigenti. Ad esempio, l’authority nazionale indica le Agenzie di Rating (ECAI) la cui valutazione può essere usata per gli accantonamenti di capitale previsti da Basilea II. La Banca dei Regolamenti Internazionali (BIS) indica i criteri internazionali di valutazione per la Agenzie di Rating, che le banche centrali devono applicare.
Ecco la tabella dei rating formulati normalmente dalle agenzie
Standard and Poor’s
AAA Elevata capacità di ripagare il debito
AA Alta capacità di pagare il debito
A Solida capacità di ripagare il debito, che potrebbe essere influenzata da circostanze avverse
BBB Adeguata capacità di rimborso, che però potrebbe peggiorare
BB, B Debito prevalentemente speculativo
CCC, CC Debito altamente speculativo
D Società insolvente
Moody’s
Aaa Livello minimo di rischio
Aa Debito di alta qualità
A Debito di buona qualità ma soggetto a rischio futuro
Baa Grado di protezione medio
Ba Debito con un certo rischio speculativo
B Debito con bassa probabilità di ripagamento
Caa, Ca, Investimento ad alto rischio
C, Realistico pericolo di insolvenza
Il rating è una sorta di pagella di solvibilità attribuita a uno stato. Processo che, in alcuni casi e per molteplici ragioni, può dare adito a fenomeni speculativi. Risulta essere innegabile che gli analisti coinvolti abbiano un forte potere di condizionamento sull’economia.
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