L’attenzione verso le candele giapponesi è aumentata anche per il trading binario.
In particolare, la possibilità di cogliere dalla dinamica dei prezzi dei segnali che ci facciano capire il cambiamento della direzione di trend è parecchio appetibile per quanti vogliono minimizzare il più possibile il rischio.
Vediamo, allora, in cosa consistono le candele harami, spesso trascurate ma in realtà piuttosto diffuse.
Come si presentano le candele Harami?
Nel riquadro sottostante, potete notare due formazioni harami, di cui una ribassista e l’altra rialzista. Cerchiamo di contestualizzare il tutto per il mondo delle opzioni binarie.
L’interpretazione è piuttosto intuitiva e non bisogna mai commettere l’errore di leggere le candele, l’una isolatamente rispetto all’altra. L’obiettivo della candlestick analysis resta sempre di riuscire a cogliere la dinamica complessiva delle nostre candele giapponesi. Questo pattern è particolarmente forte perché la candela piccola segue una candela che la ricomprende, più forte e di direzione opposta. E’ il chiaro segnale di un’inversione di tendenza al ribasso (caso 1) o al rialzo (caso 2).
Ma chiaramente il nostro occhio non deve mai abbandonare l’osservazione delle dinamiche che seguono tale evidenza. Ad esempio, è sbagliato entrare subito alla prima harami ribassista ma attendiamo qualche altro lasso di tempo dopo per constatare se effettivamente si realizza l’inversione, la quale naturalmente si presenterà più prolungata (o almeno è quello che presuppone il pattern harami), dato che segue una precedente tendenza “invertita” di particolare intensità.
Il criterio intuitivo risiede anche nella logica previsionale. Tutto cerca di avere un qualche nesso con i volumi di negoziazione. Quando la domanda prevale sull’offerta, i prezzi tendenzialmente aumenteranno e ciò non durerà all’infinito. Ad un certo punto, i “tori”, ovvero coloro che domandano, cedono il passo agli “orsi” (o magari si tratta dello stesso investitore che passa da fasi rialziste a fasi ribassiste) che incidono sul cambiamento del mercato, portando i prezzi in diminuzione.
Dato che l’osservazione dei volumi di negoziazione non ci permette sempre di avere delle informazioni tempestive e che, come spiegato, i comportamenti degli investitori sono riflessi dai prezzi, cercheremo di cogliere informazioni addizionali dalle candele giapponesi. Il pattern visto sopra potrebbe non solo indicare l’immediata inversione di tendenza ma anche lo stop ad una fase di correzione, caratterizzata dall’alternarsi di candele bianche (il prezzo di chiusura è maggiore del prezzo di apertura intra-day) e candele nere (il prezzo di chiusura è inferiore al prezzo di apertura intra-day).
Applichiamo le candele giapponesi alle opzioni binarie
Dobbiamo ricostruire, facendoci aiutare da un software apposito le nostre candele giapponesi. Manualmente, come faremmo? Semplice.
Stabiliamo un lasso di tempo che è significativo per la nostra analisi (ad es. 5 minuti), detto anche in gergo frame rate, ed a cadenza di 5 minuti rileviamo il prezzo di apertura e di chiusura. Capirete che tale operazione, a livello manuale, è piuttosto farraginosa e quasi impossibile da farsi, dato che avere, a portata di mano, le quotazioni aggiornate al secondo è pressoché impossibile. Ecco così che ci tornano utili le analisi Candlestick integrate in piattaforma che svolgono questo lavoro per noi. L’ampiezza verticale della candlestick, appunto, delimita i due prezzi di apertura/chiusura
Cerchiamo eventuali pattern che ci possono essere utili, accertandoci che non si tratti di falsi segnali e l’unico modo per capirlo è “non essere frettolosi”.
Ecco un esempio da cui emerge un pattern harami ribassista, alla fine di un trend correttivo e che ci permette di fare interessanti investimenti, accorciando le posizioni (opzioni sotto), e pur se la fase che segue è caratterizzata comunque da incertezza (non predominano né i tori né gli orsi). Dobbiamo imparare che il mercato non è quasi mai lineare e perfetto come lo vediamo in teoria ed ogni minimo segnale potrebbe servirci per capire approssimativamente la dinamica direzionale che seguirà.
Si tratta del cambio Eur/Usd che in questi giorni, sulla scorta delle riunioni di Draghi e della delusione sul Quantitative Easing (secondo la direzione tedesca non vi può essere mutualizzazione dei debiti sovrani se non vi è mutualizzazione dei rischi) ha ben sortito le attese ribassiste scivolando verso quota 1,2282 sul finire delle negoziazioni.
Il problema con le opzioni binarie è riuscire a prevedere bene la tempistica di ingresso sul mercato (l’uscita è prefissata dalla scadenza dell’operazione) e, appunto, non possiamo fare altro che osservare il mercato, stando attenti a cogliere quei pattern o segnali che ci fanno “intercettare” la nuova traiettoria dei prezzi.