Le azioni aurifere rappresentano uno strumento per investire in oro finanziario in modo indiretto. Questo significa che, acquistando azioni di società minerarie aurifere, non si effettua un investimento in oro, ma in società la cui attività principale è quella di estrarre il metallo giallo. La differenza è sostanziale e riguarda i rischi che presentano le due tipologie di investimento.
L’oro fisico comporta rischi minori rispetto alle azioni aurifere.
Al contrario dell’oro fisico, la cui quotazione è influenzata da diversi fattori (politici, valutari, economici e finanziari), l’investimento in società aurifere presenta rischi molto più elevati. Infatti, oltre ad essere condizionati dalla quotazione dell’oro, i prezzi delle azioni delle compagnie sono influenzati da altri aspetti, come la gestione societaria, la scoperta di nuovi giacimenti auriferi, la dinamica dei prezzi di borsa, eventuali incidenti nelle miniere con conseguenze per i dipendenti, la popolazione e l’ambiente.
Alla volatilità dei prezzi delle azioni aurifere occorre aggiungere il rischio di insolvenza e di fallimento delle società, per cui, in tal caso, chi possiede titoli azionari si ritrova con un capitale pari a zero. Questa situazione con l’oro fisico non potrà mai accadere, perchè l’oro anche se perde parte della sua quotazione, non diventerà mai carta straccia ed il suo valore intrinseco rimane.
Per questo motivo i titoli delle società aurifere sono considerati investimenti aggressivi di tipo growth (crescita). Con l’effetto leva operativa, gli utili societari tendono ad aumentare più del prezzo dell’oro nei periodi rialzisti del mercato, ma vanno incontro anche a rischi maggiori di ribasso nei momenti di riduzione della domanda di oro. Viceversa, l’investimento diretto nel metallo giallo è considerato di tipo value (valore), in quanto è stabile e conserva appunto il valore intrinseco dell’oro stesso.
Cosa deve fare il piccolo e prudente investitore.
Le quotazioni delle azioni aurifere sono, dunque, molto più volatili del prezzo del metallo prezioso e, di conseguenza, presentano più rischi, ma anche più opportunità di guadagno.
Un investitore prudente, con bassa propensione al rischio, preferirà impiegare il proprio capitale direttamente in oro fisico anzichè in azioni aurifere. L’investitore più esperto e più propenso al rischio potrà scegliere di acquistare azioni di società minerarie aurifere, ma con l’accortezza di diversificare una piccola parte del suo portafoglio e di ponderare bene la scelta valutando la qualità delle aziende su cui decide di investire (bilancio, utili, progetti di estrazione), la localizzazione delle miniere, ma anche il contesto politico ed economico del luogo dove operano le società.
Detto questo, si sconsiglia al piccolo risparmiatore di impiegare il proprio capitale direttamente in azioni aurifere. Se proprio lo desidera, può diversificare in Fondi comuni azionari o Etf specializzati in questo settore, ma sempre come diversificazione e con una piccola percentuale del proprio portafoglio.
Nel mondo esistono circa 700 società aurifere, in gran parte quotate in mercati regolamentati, con una capitalizzazione complessiva di circa 250 miliardi di dollari. La fetta più grossa del mercato è concentrata su una quindicina di società, di cui solo 5 possiamo definire colossi del settore.