Come Utilizzare la Cambiale nel Modo Giusto

C’è la crisi! Questa è la frase più usata e scontata che tutti gli italiani hanno sulle labbra quando aprono lo scadenziario dei fornitori.

Le banche non hanno mai visto un rifiorire cosi importante di cambiali. Nel tempo la cambiale non ha mai avuto una grande recessione ma mai come ultimamente è tornata in voga.

Come saprete certamente le cambiali possono essere pagherò o pagherete.

Pagherò è il cliente che firma e si impegna a pagare la cambiale alla scadenza, il pagherete, che è caduto ultimamente in disuso, veniva emesso dal fornitore sul cliente che gli imponeva di pagare alla scadenza.

Tenendo presente che è sempre bene che il bollo, 12 per mille, apposto a retro, sia sempre calcolato per difetto, è importante che il debitore apponga sempre codice fiscale e, se ditta, partita IVA.

Controllare per bene se la cifra in numero corrisponda a quella in lettere, e controllate che il nome del creditore sia scritto esattamente (attenzione alle doppie, o alla sigla della società).

Inoltre apporre sempre la banca d’appoggio, con il codice ABI e CAB. Questi due non sarebbero obbligatori, ma è bene che siano sempre apposti.

Nel caso si verificassero correzioni, ricordare di fare apporre una firma e la dicitura: Accetto la correzione.

La cambiale è bancabile entro il minimo termine di quaranta giorni dalla scadenza. Quindi se dovete incassare una cambiale portatela al più presto in banca.

La cambiale può essere a vista o datata.

A vista, vuole dire che il termine di pagamento corrisponde alla consegna dell’avviso da parte della sua banca, in pratica alla presentazione dell’effetto.

A scadenza vuole dire che il termine di pagamento è indicato sulla cambiale.

Se questa viene presentata sotto i quaranta giorni di bancabilità. l’effetto è da considerarsi a vista, in quanto può capitare che non arrivi per la scadenza nelle mani del debitore, e quindi quando arriva va pagata.

Sicuramente la cambiale non pagata, prima del protesto, va dal Segretario comunale che si prodiga a contattare il cliente e a farlo pagare (questo detto in parole povere).

Se entro fine mese, scadenza in cui tutti i titoli non pagati, devono essere protestati, il segretario passa per il protesto gli effetti alla Camera di commercio.

Piccolo trucco: se dovete emettere una cambiale, concordate con il vostro fornitore una scadenza all’inizio del mese, il segretario comunale a maggiore facilità a darvi una mano prima di emettere il protesto.

Per evitare questo far compilare la cambiale, controllare e poi apporre la marca.

Ricordate che la nota valori va sempre compilata e registrata sia in contabilità ordinaria che in semplificata.

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Green Shoe – Definizione e Significato

Green shoe all’origine era semplicemente la denominazione di una società statunitense produttrice di scarpe verdi.
Essa però ebbe la ventura di essere la prima a lanciare una sottoscrizione pubblica “con scorta” di titoli. L’obiettivo era
di mantenere quanto più possibile stabile il corso dei titoli emessi anche dopo la chiusura dell’offerta.
Da allora, nei mercati finanziari green shoe è andato via via perdendo ogni riferimento alla società che per la prima volta aveva adoperato l’espediente della riserva di titoli, acquisendo dignità di nome proprio.

Attualmente con green shoe viene indicata proprio la riserva di titoli, di solito azioni, che il sindacato di banche incaricato del collocamento tiene a disposizione nel caso in cui la domanda ecceda in misura rilevante l’offerta pubblica di
vendita o sottoscrizione.

In questo caso, per evitare che il prezzo dei titoli oscilli violentemente nelle prime settimane successive all’offerta (evento
sgradito sia all’emittente che ai sottoscrittori), il sindacato può decidere di immettere sul mercato i titoli presenti nella
riserva.
Generalmente l’utilizzo della green shoe avviene nelle prime due settimane successive la chiusura dell’offerta e in ogni
caso non oltre i 30 giorni.

La dimensione della green shoe varia in funzione dei gradi di flessibilità che si vogliono mantenere sull’operazione. Una
green shoe ridotta lascia poco spazio di manovra al sindacato di collocamento, aumentando il rischio volatilità. Per contro, una abbondante green shoe consente di attutire anche forti tensioni sul titolo. Di norma, la green shoe si colloca all’interno dell’intervallo 1%-10% rispetto al valore globale dell’offerta.

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Come Mantenere al Sicuro la Posta Elettronica

Utilizzando le mail e la messaggistica istantanea occorre cominciare a preoccuparsi di mantenere segreta la password per preservare la propria privacy e -qualora vi siano abbinati dati sensibili- il proprio denaro.

La posta elettronica è la seconda applicazione web più utilizzata dagli internauti, è facile comprenderne il perché: permette di comunicare immediatamente, gratis e allegando contenuti multimediali. Un’utenza così vasta non deve però sottovalutare i rischi che possono derivare dalla propria casella di posta elettronica. Spesso proprio le pratiche mail vengono sfruttate come veicolo per inviare agli utenti spam, virus, malware e tentativi di phishing. Questo vuol dire in modo più semplice che la mail può essere il tramite di infezioni per il pc, malfunzionamenti, pubblicità e tentativi di spionaggio di dati sensibili dell’utente.

Per evitare questi disagi, più o meno gravi a seconda del caso occorre correre ai ripari. Anzitutto non si può navigare via internet in assenza di un buon antivirus. Per l’antispam si può fare affidamento o su programmi specifici, oppure sulle funzioni in tal senso messe a disposizione dalle stesse caselle postali (un buon servizio antispam è dato agli utenti gmail, per esempio).

Il rischio del phishing non deve essere trascurato in quanto si tratta letteralmente di tentativi di spionaggio diretti da malintenzionati che sono in grado di accedere nel pc, di chi apre la mail, sfogliarne le cartelle e spesso anche carpirne dati sensibili come le password di carte di credito o similari. In generale si deve diffidare delle mail con destinatari non conosciuti o senza ‘oggetto’, oppure con ‘oggetto’ evidentemente promozionale e poco credibile (es. c’è da diffidare di eventuali vincite notificate via mail, di proposte di guadagno, di farmaci particolari, promesse d’incontri sensazionali, ecc.). Nello specifico vanno considerate con occhio attento le mail che richiedono dati specifici da parte di banche, conti postali, assicurazioni, ecc. Gli enti ufficiali che abbiano davvero necessità che l’utente fornisca coordinate bancarie, renderà anche possibili contatti telefonici e sarà a conoscenza di dati precedentemente forniti nel contratto stipulato tra le parti. Le mail che secondo tali criteri possano sembrare di dubbia affidabilità, vanno eliminate possibilmente senza nemmeno aprirle preventivamente.

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Golden Share – Definizione e Significato

La golden share per chi ne è titolare è veramente una , come recita la sua traduzione letterale in italiano.
É infatti quella azione che assegna al proprietario – lo Stato o suo rappresentante – diritti più ampi di quelli che spettano
normalmente ai possessori di azioni dello stesso tipo. La golden share non configura pertanto una nuova categoria di
azioni.

Tali maggiori diritti, che consistono nell’esercizio di veri e propri poteri, vengono conferiti mediante inserimento di apposita clausola nello statuto sociale, approvata con deliberazione dell’assemblea straordinaria. La golden share è quindi
il meccanismo – introdotto nell’ordinamento giuridico italiano con il decreto sulle privatizzazioni del 1994 e modificato
da ultimo con la legge Finanziaria 2004 – mediante il quale lo Stato riserva a sé il potere di partecipare efficacemente al
controllo di una società anche dopo la cessione ai privati della maggioranza delle sue azioni. Grazie a questo strumento
giuridico, in altre parole, lo Stato garantisce a sé il potere di incidere sensibilmente sulla gestione, anche dopo aver perso il controllo della proprietà.

La golden share, tuttavia, non opera indefinitamente, anche se ha una durata minima fissata per legge: la clausola statutaria in cui trova espressione non può essere modificata dai nuovi proprietari della società privatizzata prima che siano
trascorsi tre anni dalla vendita.
Per alcune società statali che offrono un pubblico servizio, principalmente quelle operanti nel settore della difesa, dei
trasporti e delle telecomunicazioni, individuate con apposito atto del presidente del Consiglio, la clausola della golden
share deve poi essere prevista obbligatoriamente prima della perdita del controllo della proprietà da parte dello Stato.

Tra i poteri che con essa possono essere attribuiti, vi è, in primo luogo, il potere del ministro dell’Economia e delle Finanze di opporsi, entro dieci giorni da quando ne riceve comunicazione, all’acquisizione di partecipazioni rilevanti (tali
cioè da rappresentare almeno il 5% del capitale con diritto di voto nelle assemblee ordinarie, o la percentuale minore
fissata dal ministro stesso con apposito decreto), qualora vi sia il rischio che l’operazione rechi pregiudizio agli interessi
vitali dello Stato. In caso di esercizio del potere di opposizione, l’acquirente non può esercitare i diritti di voto connessi
alle azioni che rappresentano la partecipazione rilevante e dovrà cedere le stesse azioni entro un anno. Il potere di opposizione può essere esercitato, sempre nei limiti dei dieci giorni dal giorno della comunicazione e con la stessa motivazione (pregiudizio agli interessi vitali dello Stato), anche contro la conclusione di patti o accordi parasociali in cui vi sia
rappresentata una partecipazione rilevante. In caso di emanazione del provvedimento di opposizione, gli accordi sono
inefficaci. Qualora dal comportamento in assemblea dei soci sindacali si desuma il mantenimento degli impegni assunti
con l’adesione ai patti, le delibere assunte con il voto determinante dei soci stessi sono impugnabili.

La golden share può poi attribuire il potere di veto all’adozione di alcune importanti deliberazioni che riguardano la vita
sociale, per esempio, lo scioglimento della società, il cambiamento dell’oggetto sociale, il trasferimento della sede all’estero. Anche l’esercizio di questo potere è subordinato alla rilevazione da parte del ministro dell’Economia e delle Finanze di un rischio concreto di pregiudizio agli interessi vitali dello Stato. Infine, la golden share può riservare allo Stato il potere di nomina di un amministratore senza diritto di voto.

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Come Aprire una Yogurteria

Una guida ricca di consigli, informazioni sulle procedure ed elenco dei requisiti di base per comprendere bene cosa è necessario fare per aprire una yogurteria e avviare un business di vero successo: troverete informazioni di base dall’arredamento, all’iscrizione alla Camera di Commercio, fino ai vincoli sanitari da rispettare.

Come aprire una yogurteria
Aprire una yogurteria non è molto diverso dall’aprire una gelateria, con la differenza che lo yogurt, rispetto al gelato, è un alimento molto più salutare, naturale e genuino, ma non per questo meno sfizioso e goloso per il palato.
Questo, il ridotto apporto calorico e la presenza di fermenti lattici vivi ha fatto sì che, negli ultimi anni, il consumo di yogurt abbia quasi pareggiato quello del tradizionale gelato, diventandone un’ottima alternativa e un’occasione per gustare qualcosa di fresco, goloso e salutare nel periodo estivo… ma anche nelle altre stagioni dell’anno.
Vediamo ora come si apre una yogurteria di successo, quali sono i requisiti necessari sia dal punto di vista sanitario che a livello di arredamento, attrezzature e preparazione tecnica.

La prima regola quando si apre una yogurteria è quella di scegliere una via o un luogo di passaggio pedonale molto intenso, oppure su una grande arteria di comunicazione molto trafficata, ma solo a patto di disporre di una comoda area di parcheggio nelle vicinanze.
Le location ideali a questo proposito sono, quindi, i centri commerciali, le piazze e le vie del centro, parchi e giardini, zone dove si trovano scuole, uffici e università, stazioni ferroviarie, vie dei locali e del divertimento. Ancora, si può aprire una yogurteria all’interno di una palestra, di un circolo sportivo o di una piscina.
Per quel che riguarda lo spazio, una quarantina o una cinquantina di metri quadrati solitamente sono sufficienti per il bancone, qualche sgabello e qualche tavolino, magari arricchiti da una zona all’aria aperta dove i clienti possono consumare gli yogurt gelati.
Nel caso di yogurteria all’interno di un centro commerciale, lo spazio può essere anche più ridotto, in quanto i clienti possono approfittare dei tavolini solitamente messi a disposizione dallo stesso centro nell’area food.

La gestione e l’attività
Oltre ovviamente alla partecipazione a corsi professionali per la preparazione di yogurt gelato, che sono la base del business, e a un po’ di fantasia e di creatività per quel che riguarda gusti e sapori, per aprire una yogurteria bisogna effettuare l’iscrizione alla Camera di Commercio e aprire una Partita IVA.
Per potere operare è anche necessario che l’ASL certifichi, dopo aver eseguito i controlli di routine, che i locali siano in regola con le normative vigenti in fatto di requisiti igienico-sanitari, assicurandosi anche che tutto il personale che lavora nella yogurteria abbia il libretto di idoneità sanitaria in regola.
E una volta che tutte le questioni tecniche, burocratiche e legislative sono in ordine, bastano passione, impegno e un pizzico di fantasia per aprire una yogurteria dal successo assicurato.

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