Tra le varie tipologie di opzioni binarie al momento disponibili nelle moderne piattaforme di trading offerte dai broker, vi è la tipologia opzioni touch. Le opzioni binarie one touch sono opzioni che permettono dei guadagni davvero molto rilevanti, addirittura sorprendenti: investendo in opzioni binarie one touch è possibile ottenere dei guadagni superiori al 500% del capitale investito.
Certamente questa informazione ti ha lasciato a bocca aperta, il 500% significa moltiplicare per 5 il capitale investito e ciò non è certamente comune in altri settori, ma il trading online ed in particolar modo il trading in opzioni binarie consente di ottenere non dei guadagni facili, i guadagni facili non esistono, ma bensì di avere la possibilità di poter guadagnare molto bene.
Risulta esseere certamente ovvio che per riuscire ad ottenere tali guadagni bisogna avere delle conoscenze specifiche: nessuno dall’oggi al domani senza conoscenze può riuscire a fare trading online, questo è certamente indubbio. Le conoscenze però sono alla portata di tutti, viviamo oggi nell’epoca dell’informazione in cui ognuno può ritagliare del tempo per acquisire nuove conoscenze e per poter sfruttare nuove opportunità.
Detto ciò andiamo a vedere cosa sono le opzioni binarie one touch e come effettivamente si possono sfruttare.
Cosa sono le opzioni binarie one touch
Le opzioni binarie one touch sono strumenti di trading in cui devi effettuare una previsione che tiene conto di una quota stabilita dal broker: l’investitore deve decidere se l’asset scelto tocchi una data quota di prezzo durante il corso della scadenza dell’opzione, che generalmente scade dopo 7 giorni.
La quota stabilita è ovviamente poco probabile, ma ciò non significa che sia impossibile da raggiungere, infatti, vi sono dei parametri tecnici che ci consentono di poter stabilire se vi sono buone probabilità che il valore dell’asset tocchi una determinata quota, calcolando tali valori e quindi possibile scartare quelle che sono le opzioni meno probabili per dedicarsi a quelle che risultano avere quote il cui raggiungimento risulta più probabile.
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Bisogna porre molta attenzione all’investimento in opzioni binarie in quanto non si può mai essere convinti dell’esito dell’opzione binaria. Se si decide di investire lo si deve fare senza rimpianti, senza ripensamenti e consapevoli del fatto che se l’investimento non va a buon fine ciò non deve essere motivo di disperazione nè di depressione. Nell’investimento in opzioni binarie é infatti naturale subire delle perdite, il mercato infatti non può in alcun modo essere previsto, può soltanto essere seguito in una certa misura.
Per questa ragione non bisogna mai rischiare un capitale superiore al 5% del totale per ogni investimento, se si rischia ad esempio il 25% ad ogni opzione binaria acquistata si mette a rischio 1/4 del proprio capitale, un rischio decisamente insostenibile se si pensa che bastano pochi errori di valutazione o investimenti fatti senza considerare alcuni fattori, del resto l’investitore non può essere onnisciente, le perdite sarebbero insostenibili.
Come evitare il coinvolgimento emotivo
Il coinvolgimento emotivo si evita prima di tutto con un buon money management, se si ha un rischio contenuto si può agire in modo consapevole e senza troppa tensione, al contrario se si è coscienti che il rischio è alto, non si potrà mai agire razionalmente e si tenderà sempre all’errore.
Avere una strategia che dia segnali testati e funzionanti nella maggior parte dei casi é sempre un ottimo modo per evitare di essere troppo presi dall’investimento e quindi di essere eccessivamente emotivi. Seguire una strategia é anche un ottimo modo di allenasi al rigore che l’attività di trading comporta.
Un altro punto fondamentale riguarda i due estremi dell’aspetto emotivo:
L’esaltazione
La depressione
Non bisogna mai esaltarsi troppo quando si guadagna e non bisogna mai deprimersi troppo quando si perde. Sentimenti neutri e valutazioni puramente oggettive devono essere alla base della propria attività di trading online in opzioni binarie.
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Non tutti i brokers offrono le opzioni pair e soprattutto non tutti prevedono, tra le tipologie di opzioni binarie in listino, le opzioni pair fluttuanti.
Sottolineeremo dapprima la distinzione tra le une e le altre, in modo che possiate capire come funzionano e, di seguito, ci dedicheremo a vedere quali sono i migliori broker di opzioni binarie che le offrono. Ci soffermeremo inoltre su alcuni approcci strategici ideali per tale tipo di opzioni.
Imparare a scegliere tra pair fissi e fluttuanti
Innanzitutto, le opzioni pair ci rendono meno suscettibili al rischio specifico di mercato. Facciamo un esempio.
Vogliamo investire sulle azioni Fiat. Non ne siamo così sicuri ma presumiamo che le ultime dichiarazioni di Marchionne possano far prima crollare il titolo e poi farlo rialzare. Ultimamente, infatti, il sentiment di mercato sul titolo Fiat è come diremo, diventando poco “tecnici” e molto più pervasi dagli “animal spirits”, un po’ volubile. L’analisi tecnica, comunque, ci dà segnali chiari, ribassisti o rialzisti, anche per questo tipo di sottostanti. Come accade di frequente per questo titolo ed azioni similari non si riesce ad individuare una “rotta” precisa, né si genera quell’”inerzia” dei prezzi che alcuni analisti si aspetterebbero da un sottostante di “routine” ciclica (ad es. materie prime, forex).
Qui non c’è stagionalità, l’unico “appiglio” che possiamo sfruttare per captare le reazioni del mercato è seguire gli ultimi eventi (previsioni dei risultati economici, consuntivo, ultime dichiarazioni). In questo caso, il rischio di mercato relativo è molto alto, dato che abbiamo minori segnali puramente “tecnici” per poter fondare le nostre previsioni. Anziché applicare una strategia anticipatrice del mercato, dovremmo fare il tipico “trend following”, accodandoci all’improvvisa sfiammata delle quotazioni per intercettare l’inversione di rotta. E ci vorrebbe quel tempismo che anche i più esperti spesso possono mancare.
Allora, decidiamo di sfruttare le nostre conoscenze specifiche sull’asset, mettendolo in comparazione con un’altra azione, e magari capitando proprio in un momento in cui l’altra azione è francamente “giù di giri” perché il fatturato va male, le prospettive economiche non lasciano altra ombra che il pessimismo. In tale condizione, perfino il saliscendi del titolo Fiat non gli impedirà di avere una migliore performance media. Sì, perché quello che conta con le opzioni pair non è il maggior prezzo finale: dobbiamo prevedere quale sarà il titolo che avrà una performance migliore.
Qual è a questo punto la differenza fondamentale tra pair fissi e pair fluttuanti?
Se le opzioni pair sono fisse, decidiamo noi quando decorre la fase iniziale in cui si misurano, entro la scadenza, le performance dei due titoli. Il lasso iniziale si ha quando scegliamo di fare l’investimento.
Se le opzioni pair sono fluttuanti decide il broker sull’intervallo iniziale, a prescindere dal momento in cui decidiamo di entrare nel mercato.
Maggiori gradi di libertà, minore rischio: le opzioni pair fisse sono, solitamente, meno remunerative delle opzioni pair fluttuanti.
Da un certo punto di vista cosa ne concludereste voi, attraverso il ragionamento di primo acchito? Se vogliamo sfruttare una particolare fase di mercato, a prescindere da quelle precedenti, a questo punto, le opzioni pair fisse sono quelle più adatte. Le fluttuanti decidiamo noi se coglierle o meno. Chiaramente, il titolo che ha maggiori probabilità di ottenere una performance positiva, sarà associato ad una percentuale di rendimento inferiore. Perché? Perché abbiamo imparato che con le opzioni binarie nulla è dato al puro caso. Il rendimento è sempre associato al rischio. Più elevato è il rendimento, più elevato è il rischio previsionale sia per l’incertezza insita nel trade sia per la quasi-certezza che non si realizzi positivamente tale previsione.
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Molte volte ci piacerebbe sapere in anticipo quanto potrebbe renderci di interesse una determinata somma depositata su un libretto postale o bancario, in un determinato periodo di tempo. Se vogliamo farlo davvero ci conviene imparare come si calcola “l’interesse”.
Per calcolare l’interesse (I) postale o bancario occorre innanzitutto sapere a quanto ammonta il capitale che vuoi versare che chiameremo “C”. Devi, inoltre, conoscere il tasso d’interesse che la posta o la banca è propensa a darti e che noi chiameremo “R”. Un’altra cosa importantissima per il giusto calcolo è il tempo che chiameremo “T” che può essere espresso in anni, mesi o giorni.
Se sei a conoscenza di questi tre elementi: capitale C, tasso R e tempoT, puoi cominciare a calcolare il tuo interesse usando la formula seguente: Interesse = C x R x T: 100 cioè interesse uguale Capitale per Tasso per tTempo diviso cento (per conoscere l’interesse annuo). Se non conosci il tasso chiedilo al funzionario postale o bancario con il quale parlerai.
Per il calcolo dell’interesse mensile occorre invece usare la seguente formula nella quale, rispetto alla formula precedente, varia solo il numero finale: Interesse= C x R x T: 1200 ed infine per calcolare l’interesse giornaliero, bisogna usare quest’altra formula, anch’essa simile: Interesse= C x R x T: 36000
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I movimenti finanziari differiscono da quelli economici e dalla situazione patrimoniale dell’azienda. Nei due principali documenti che costituiscono il bilancio di esercizio, insieme alla Nota Integrativa, viene posta l’attenzione su questi due aspetti e quindi, a meno che non si disponga del rendiconto finanziario, è necessario fare delle operazioni per determinare gli effettivi incassi dell’esercizio, vediamo come fare.
I flussi monetari sono quelle movimentazioni originarie che vanno a determinare i risultati economici e patrimoniali dell’azienda. Quindi nessuna determinazione del reddito è possibile senza conoscere questi flussi. Di fatto quindi quando si va a creare il Conto Economico si vanno ad effettuare delle operazioni su tali flussi. Si arriva pertanto a determinare i ricavi di esercizio (RICES) partendo dai flussi monetari.
Si ha che RICES = INCES (Incassi di esercizio) più CREDFIN (Crediti di regolamento finali) meno CREDIN (crediti di regolamento iniziali). Quindi i ricavi sono dati dagli incassi più (o meno) il saldo della posizione creditoria della nostra impresa. A questo punto, avendo i dati di Stato Patrimoniale e Conto Economico potrò ricavare gli INCES con il procedimento opposto, ovvero INCES = RICES meno CREDFIN più CREDIN.
Vediamo ora un esempio pratico di calcolo. L’azienda A ha una situazione creditoria nello Stato patrimoniale del 2010 che presenta due creditori, crediti verso la banca B sono passati da € 2.000 a €2.500 nel corso dell’anno, i crediti verso la banca C sono passati da € 1.000 a € 1.200. Nel Conto economico figurano Ricavi d’esercizio per € 1.000. Devo determinare per prima cosa CREDIN e CREDFIN. I CREDIN sono dati dalla somma delle due situazioni creditorie iniziali quindi da € 1.000 più €2.000, quindi sono pari a € 3000. I CREDFIN saranno invece pari a € 2.500 più € 1.200 ovvero € 3.700, pari alla somma delle situazioni creditorie finali. Avrò quindi che INCES = € 1.000 meno € 3.700 più € 3.000. Nel corso dell’esercizio l’impresa ha avuto quindi incassi per € 300.
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